mercoledì 2 gennaio 2013

Da Cappellini una nuova lampada a sospensione ispirata al disastro nucleare


Una lampada che prende forma e si sviluppa a partire da uno spunto veramente anomalo, questa Meltdown di Johan Lindstén: a dare il “là” a questo progetto di illuminazione non è una poiesi vitale ed ottimista, né tantomeno un’ispirazione biomorfa, quanto un atto distruttivo dalla potenza inaudita come solo una esplosione nucleare può essere. Nello specifico, è proprio il disastro di Fukushima ad avere influenzato il designer svedese con base a Stoccolma e molteplici progetti importanti (tra cui il Salone Satellite Award dello scorso anno) a dispetto della giovane età. Un incidente atomico dalle conseguenze ancora oggi sconosciute, che nella mente di Lindstén ha scatenato una riflessione su quale è stato e potrebbe essere l’impatto della deflagrazione sugli oggetti che ci circondano. Così, l’onda d’urto si riflette metaforicamente anche sul vetro che costituisce il materiale di elezione di questa lampada: lì lì per sciogliersi, le sfere sembrano quasi colare dando vita ad una sorta di bolla (per i più maliziosi il riferimento è forse un altro?) proprio là dove si innesta la lampadina. Al di là del concept, che può apparire pretestuoso, Meltodown si rivela un progetto riuscito per la dimensione cromatica che caratterizza la lampada a sospensione: ogni sfera di vetro si distingue per un colore piacevole, esaltato dal contrasto tra le varie palle nonchè da quel piccolo dettaglio sfizioso con i fili elettrici anch’essi colorati. A produrre il pezzo, fiutando l’ennesimo talento di un altro giovane esordiente, è quel grande trend hunter di Giulio Cappellini per la propria azienda di famiglia, ovviamente Cappellini.

Da Cappellini una nuova lampada a sospensione ispirata al disastro nucleare

Da Cappellini una nuova lampada a sospensione ispirata al disastro nucleare

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