Si chiama Markus W. Osterwalder, ha 48 anni e nella vita si occupa di graphic design. Niente di troppo insolito, fin qui, se non fosse per una passione coltivata con grande premura e sistematicità che lo ha fatto balzare agli onori della cronaca. Markus, infatti, è uno dei massimi esperti mondiali di un genere che potremmo definire come “design olimpico”. Un campo che non guarda alla performance sportiva, quanto alla progettazione di tutti quei supporti che caratterizzano l’identità visiva e materiale di ogni olimpiade: loghi, torce, manifesti, podi, mascotte, un materiale vasto e significativo che si fa testimone dello spirito del tempo raccontandoci come cambia il nostro modo di celebrare lo sport e di organizzare una competizione mondiale. Sul sito Olimpicdesign.com, Markus spiega come ha costruito nel tempo questo bagaglio a suo modo enciclopedico, e soprattutto ci dà qualche assaggio della sua incredibile collezione di cimeli: oltre 12.000 “reperti olimpici” che vanno dalle medaglie, ai biglietti, ai manuali di stile, ai diplomi di partecipazione, il tutto nell’arco di tempo che va da Atene 1896 fino all’ultima Londra 2012. Interessante, nella sezione Olympic Look, anche la menzione a come un’immagine visiva si è trasformata in un brand territoriale, imponendo - a partire dai giochi di Barcellona- un uso più consapevole e controllato dell’immagine di ciascuna olimpiade.
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